A proposito di shorts: non si vede bene che col cuore

Cara Virginia, non pensavo proprio che mi sarei occupata di shorts anch’io, soprattutto dopo tutte le stupidaggini che sono state dette in merito. Ma stamattina stavo venendo al lavoro e mentre ero in macchina attraversava la strada una ragazza in shorts. Era una ragazza normale, graziosa, semplice. Nessuna traccia di volgarità o provocazione.

Allora mi son detta, non bisogna tacere. Bisogna sottolineare che la volgarità e la provocazione non stanno nell’abbigliamento ma nel modo di porsi, e soprattutto stanno nell’animo. Quel luogo invisibile agli occhi ma tanto essenziale da dettare (non guidare, prorio dettare) i nostri comportamenti.

la conlusione del dialogo tra il piccolo principe e la volpe

Da Il piccolo principe di Antoine de Saint Exupéry, uno dei libri tuttora più letti al mondo: la conlusione del dialogo tra il piccolo principe e la volpe. Grazie a “le perle del cuore” per aver pubblicato tutto il dialogo, da cui ho preso la famosa frase.

Mi sono ricordata anche un’altra cosa: che da qualche estate la mia mamma e le sue amiche, signore molto avanti negli anni ma ancora attente al mondo che le circonda, dicono delle donne che incontrano: “sembrano tutte uscite in sottoveste”. Commento di straordinaria ricchezza lessicale e concettuale: la sottoveste era qualcosa che si metteva sotto e non esiste più; è diventata un modo di vestirsi, e sì, la televisione ha molto contribuito a farlo credere un modo di vestire appropriato dovunque (mentre possiamo concedere che sia appropriato alla televisione).

L’ultima cosa, infine, è che anche le suore non sono state immuni dalla concupiscenza maschile.

Dunque torniamo ai fondamentali e chiamiamo le cose con il loro nome. Se chi prova un desiderio o un bisogno lo riconosce come tale e come suo, forse possiamo cominciare ad avviarci sulla strada del rispetto dell’altro, chiunque sia, comunque sia vestito e qualunque sia il colore della sua pelle.

Ever pugnacious Antonia

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