Val Sarentino 1-6: Kafka sulla neve e altre amenità

Cara Virginia, sono passate le feste, si, quasi del tutto ormai. Sono tornata ed è giusto che ti dia conto dei miei girellamenti. Potrai notare che questa volta, complice il tempo che è stato quasi sempre bello, la qualità delle foto non è malaccio davvero. Luogo di svolgimento: Val Sarentino.

Giorno 1: KAFKA SULLA NEVE

Kafka sulla neve: metamorfosicamente, il manto nevoso si adatta al terreno che copre

Kafka sulla neve: metamorfosicamente, il manto nevoso si adatta al terreno che copre

Che cosa più kafkiano di un manto di neve che si adatta al terreno, qui adaginandosi tra le rocce e restituendoci, un giorno circa dopo essere caduto, la forma originaria di quello che sta sotto. Si chiama proprio metamorfismo, questo fenomeno, cara Virginia, e mi ha fatto venire in mente Kafka sulla spiaggia del mio amato Murakami Haruki, a cui il titolo rende sempiterno omaggio.

Giorno 2: SUL LAGO DORATO

Non c'è bisogno di didascalia, vero?

Non c’è bisogno di didascalia, vero?

Questo è un tramonto, mia cara Virginia, che non necessita di molte parole. Anzi il sole qui è già tramontato, ma ha lasciato un pezzo di sè dentro una propaggine del lago di Durnholz. Lago in via di estinzione per via delle alghe che lo stanno rendendo torba. Ma a quel punto noi non ci saremo. E intanto era meraviglioso, quasi come il film.

Giorno 3: OMBRE LUNGHE

gruppo di ciaspolatori in sosta sotto il sole

gruppo di ciaspolatori in sosta sotto il sole

Anche qui mi viene in mente un libro (che strano, dirai tu), che ho letto da molto giovane, si chiamava Il paese dalle ombre lunghe, e aveva anche un gemello che si chiamava Il paese dalle ombre corte. Mi ricordo che sono libri che mi ha prestato mia zia, ricoperti con la plastica trasparente perché si conservassero meglio. Me ne ricordo il fascino ma non la storia. Però ora grazie a Google ho trovato che sono stati scritti da Hans Reusch, non sono più disponibili ma chissà, qualcuno magari un giorno li digitalizzerà. Intanto queste lunghe ombre sono la mia, quella della guida Roberto Paoli nostro accompagnatore, e quelle dei miei compagni di ciaspolate.

Giorno 4: PAUSA LIBRI

Visione dalla mia camera dove ha avuto inizio del mal di gola (per cui ora sono afona, meno male che i blog sono solo scritti)

Visione dalla mia camera dove ha avuto inizio del mal di gola (per cui ora sono afona, meno male che i blog sono solo scritti)

Si vede il sole che accende quel piccolo spazio tra i pini? Comincia una nuova giornata ma io sono costretta alla lettura da un mal di gola che non mi ha ancora lasciato. Così leggo due libri: Tutta colpa della neve (e anche un po’ di New York) di Virginia Bramati (che esce proprio oggi per Mondadori) e Chiamami anche se è notte di Michela Monferrini (che uscirà il 21 gennaio, ancora per Mondadori). Sì, lo confesso, erano letture di semilavoro. Ma mi hanno accompagnato molto piacevolmente. Libri lievi, scritti bene, avvincenti, che ti portano per mano fino all’ultima pagina. Quando il fisico non ce la fa, vale sempre la pena provare con la mente.

Giorno 5: RITORNO ALLA NATURA

Ovvero come, saliti un po', si vedono tutte le Dolomiti

Ovvero come, saliti un po’, si vedono sempre più montagne

Ed eccomi tornata in forma dopo una non dichiarabile quantità di aspirine e di oki. Dopata? Forse sì. Ma ciaspolo alla grande. Il sole è sempre lì, alto in un cielo con strappi di nuvole, e man mano che saliamo il panorama delle montagne si allarga. Dietro alle montagne ci sono altre montagne… ma quante montagne ci sono? Eppure dà una certa ebbrezza, guardare il mondo dall’alto, sarà questo il segreto di chi ama la montagna?

Giorno 6: CASA DI BAMBOLA

Non è deliziosa questa casetta?

Non è deliziosa questa casetta?

E con l’ultima citazione più teatrante, cara Virginia, siamo arrivati anche alla fine della vacanza. L’anno vecchio è finito e quello dopo è cominciato, senza soluzione di continuità per nostra fortuna. Come sarà? Magari come questa casetta di bambole: un rifugio microscopico, in cui forse in due si sta in piedi (ma non se si è molto alti), ma non manca la cura della tendine e dei rami di pino augurali. E quella tacca bianca e rossa di segna sentiero: non sei sulla strada sbagliata, continua ad andare…

Concludo ringraziando di cuore gli amici che mi hanno accompagnato nelle ciaspolate (Alberto, Giovanna e Simona in ordine alfabetico) e la guida che ci ha intrattenuto con i racconti più improbabili e che nemmeno nel paio di giornate grige che, a dispetto delle mie foto, ci sono state, ha perso il suo buonumore e la lucentezza. E naturalmente Sentierando, che ha organizzato il tutto.

Buonissimo 2014 a tutti!

Il booktrailer più divertente del 2013 (e forse anche di sempre)

Cara Virginia, per quanto ami i romanzoni e anche le storie tragiche e strappalacrime, sono molto contenta quando trovo qualcosa di libresco e divertente al tempo stesso! In particolare la categoria “presentazione di libri” online e offline tende ad essere un po’ stantia, molto compresa di se stessa, a volte intensa, a volte persino commovente, ma assai di rado fa ridere.

Quindi oggi devo ringraziare l’amico (se posso) grande twittatore di Einaudi, Stefano Jugo, per aver postato un booktrailer fantastico, che devi assolutamente vedere subito. Ironico al punto giusto, riesce a mettere insieme due libri e tre scrittori, cosa che qualsiasi editore vi direbbe che è impossibile (o ve lo direbbero solo gli editori italiani?).

Little failure di Gary Shteyngart: se tanto mi dà tanto, non ci possiamo perdere il libro! Chi lo pubblicherà in Italia?

Amused Antonia

Cara Antonia, efffettivamente divertente il video: e come dire James Franco strepitoso, ironico; ruba la scena al povero alterego di Gary Shteyngart e ai suoi prodotti letterari. Insomma un messaggio ottimista e motivante per un periodo che tuttosommato è sottotono per troppi motivi, validi o meno che siano. Alla tua domanda su chi pubblicherà il libro, aggiungerei: tradurranno anche il trailer? agli ardui la postera sentenza.

V.

Preparandosi al tennis 2: Open di Agassi

Cara Virginia, parliamo di un libro che abbiamo letto entrambe tempo fa, quando ancora non avevamo un blog e forse non pensavamo neanche che lo avremmo avuto. E’ Open di Agassi.

Il libro di André Agassi

Il libro di André Agassi

Me lo sono ricordato perché una mia amica, che in questo momento è in Norvegia, a Larvik, a fare il Trofeo Marisa Sgaravatti ovvero il campionato europeo femminile seniores di golf, portanto alta la bandiera italiana e attrezzata di divisa azzurra, nelle pause e la sera (che a Larvik non c’è molto da vedere o da fare) se lo legge, per rilassarsi e trarne ispirazione.

E così in effetti è. Perché oltre ad essere un libro ben scritto e ben costruito, oltre ad essere Agassi un personaggio come non ce ne sono altri, oltre a raccontare con estema onestà le sue fatiche e le sue sconfitte e i suoi successi, te ne viene una visione dello sport molto più realistica di quella che ci ammaniscono i giornali. Colpisce per esempio il numero di sconfitte che un campione di quella portata ha subito, e quanto bruciano e quanto poco le vittorie compensano. Colpisce la fatica che Agassi ha fatto, sempre. E smonta quella stupida convinzione che un campione abbia un talento naturale e sia quello che lo fa vincere. Certo il talento c’è, ma soprattutto c’è la resistenza.

new yorker

E questo mi fa venire in mente un articolo che ho letto non molto tempo fa sul New Yorker, di Malcolm Gladwell, intitolato “Alberto Salazar e l’arte dello sfinimento”: il maratoneta Salazar a un certo punto dice “What I could do is simply push myself through that exhaustion”.

Dunque in previsione del nostro tennis, Virginia, sei pronta ad andare oltre lo sfinimento?

Antonia ready for the holidays