Un giallo in sordina

Il libro L'ultima mossa, di Roberto Volpi

Il libro L’ultima mossa, di Roberto Volpi

Cara Virginia, oggi ti voglio raccontare di un libro. Sì, lo so, dirai oh un altro libro. Ma lo sapevi fin dall’inizio, che ce ne sarebbero stati tanti, di libri, nelle nostre conversazioni. Ma senti questo. Roberto Volpi è uno statistico. Uno di quelli bravi e intelligenti, che sanno “leggere” i numeri: non li usano per farsi confermare quello che già pensavano, ma per scoprire qualche cosa che all’occhio nudo sfugge (ricordiamo che come dice la volpe nel Piccolo principe, “l’essenziale è invisibile agli occhi”). L’ho conosciuto ai tempi de La fine della famiglia e poi di……. Molti lo conoscono invece per un bellissimo libro sui bambini… Dato che Roberto abita a Pisa, ci siamo incontrati a Pietrasanta, in giugno quando c’era Anteprime Ti racconto il mio prossimo libro. E mi ha regalato un altro suo libro. Un romanzo. Un giallo. E sai come succede quando traffichi da sempre di libri, che diffidi dei saggisti che scrivono romanzi e di romanzieriche scrivono saggi, che insomma diventi una che viaggia per categorie. Così qualche giorno dopo aver ricevuto L’ultima mossa (Passigli), mi sono messa a leggerlo.

monti pisani

I monti pisani

Lo devo confessare, anche a Roberto che so che leggerà, con una certa diffidenza. Che però si è dissipata alle prime pagine. La storia mi ha riportato nei luoghi della mia infanzia e adolescenza, intorno a Pisa; mi ha riportato in un tempo passato che non conoscevo; mi ha condotto al finale che è coerente e sapiente come il resto del libro. Lo stile ha qualcosa di retrò, ma anche la storia è retrò e quindi è giusto. Ho dato il libro a mia mamma, come quasi sempre faccio con qualcosa che mi piace, e lei mi ha detto “Sai che è proprio bello quel libro?”. E ti assicuro che non lo dice di tutti i libri che le passo.

E così adesso ne scrivo a te. E ringrazio Roberto per averci regalato una piccola storia intensa e interessante. E naturalmente anche l’editore Passigli per averlo pubblicato.

Reading Antonia

Cara Antonia, di questo libro mi ha colpito il senso del mistero: sì,  perchè il delitto che ogni giallo come si deve in realtà ha al centro, in questo caso è il disvelamento di un segreto, quindi di un mistero. Uno di quei misteri che la storia, la guerra in questo caso, quando tocca da vicino gli umani sigilla con la morte dei protagonisti,  e lascia in eredità a curiosi, purchè discreti e rispettosi. Il vicequestore Franceschini si ritrova a dipanare un mistero fondato su questo: una storia del passato che continua a  pesare, anche a distanza di anni, sulla vita di tutti i protagonisti e comprimari.  Solo per una sorta di “deviazione” dall’ordinario scorrere degli eventi l’indagine porta alla luce, come uno scavo archeologico, resti e reperti: la sparizione del professor Ludovici denunciata dalla figlia, che nella storia sembra conoscere pochissimo il padre, dà l’avvio alla trama. Ma come in tutti i misteri degni di questo nome, i diversi attori sono latori di un piccolo  pezzo della storia, e il vero iniziato alla fine è il vicequestore, che riceve in dono una fotografia per poter continuare a ricordare e proseguire l’atto d’amore di tutti gli attori della storia per la stessa donna. Un testo tenero e delicato: l’autore usa il bulino come un delicato scultore e ci regala ritratti di uomini e donne di altri tempi, senza temere di mettere in luce la violenza e l’orrore che la guerra porta con sè.

Virginia

Ordine: una parola controversa (su cui cominciamo subito a non essere d’accordo)

Cara Virginia, Milano ha la fama di essere ordinata. Ora a parte essere questa una definizione discutibile e sottoponibile al test “definire ordinato, prego”, ho visto stasera un fantastico esempio di ordine e disciplina e disastro. Sceneggiato inglese, Parade’s End, tratto dal libro di Ford Madox Ford (recensito abbastanza recentemente dal  Guardian, non trovabile in italiano). Ambientazione prima guerra mondiale. Esercito: ordine, disciplina, gerarchie, ognuno al suo posto. E il risultato, in una meravigliosa scena che dura poco più di dieci minuti e sintetizza quattro anni di guerra, sai qual è il risultato cara Virginia? Il caos. Tutti arrabbiati, chi sta sopra con chi sta sotto e chi sta sotto con chi sta sopra. Tutti hanno un ruolo preciso, ricevono e danno ordini, ma non sanno cosa fare, lo fanno male, non riescono a farlo. Tutti conoscono il loro posto e il posto degli altri, ma non serve a niente! E tutto questo lo racconta uno che in quel tempo ci viveva e non era neppure rivoluzionario! Roba da farci sembrare dei dilettanti, noi che stiamo nelle aziende e ci lamentiamo del disordine e della disorganizzazione. E da dire cara Milano, non essere troppo ordinata!
Tua Antonia

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